Vincenzina

Un piccolo splendido volume senza età, incastonato tra Quino e Toriyama.

Recensione

Una buffa frangetta e due margherite sui capelli. Ecco a voi Vincenzina, dolce bimba dall’animo buono e sincero creata da Giuseppe Scapigliati per Red Publishing. Una serie di racconti bonsai, posti a cavallo tra l’illustrazione surreale e le stripes d’oltreoceano, alimentate da colori decisi, privi di sfumature ed ombra, in grado di inquadrare l’intreccio arguto, ironico e talvolta non-sense di sceneggiature animate da dinamicità ponderata ed un accorto studio sulle emozioni espressive dei suoi personaggi.

Le magiche ed incantevoli vicende di Vincenzina si alternano a personaggi solo apparentemente secondari, come il gatto Rufh e il cane petomane Sifh, legato alla sua amica da un trait d’union emozionale e libero. Le strisce, alternate da splendide illustrazioni full page, sembrano voler inseguire l’annullamento della quarta parete, giungendo a rimandi grafici accattivanti, che divertiranno i ragazzi di ogni età, anche grazie ad un livello di lettura diversificato, che porterà il lettore verso citazioni gustose ed imperdibili (Pinocchio, Shultz…).

Le storie, popolate esclusivamente da suoni onomatopeici che si sostituiscono alla mimica silente dei personaggi, appaiono in grado di formare un percorso emotivo abile nel definire metaforicamente un mondo alla deriva, troppo spesso ineducato ed invasivo, avvolto nella sua tecnocrazia avvilente e nel suo rispetto perduto.

Insomma… un piccolo splendido volume senza età, incastonato tra Quino e Toriyama.