Aspetta

Chi ha figli sa con chiarezza che appena suona la sveglia…si è già in ritardo.

Recensione

Chi ha figli sa con chiarezza che appena suona la sveglia…si è già in ritardo. Non importa a che ora la sveglia suoni perché la vita contemporanea, che io amo definire un puzzle incoerente, va ben oltre la colazione, la vestizione e l’uscita verso scuola o asilo. La vita, vista da un adulto pressato da orari, obblighi lavorativi e appuntamenti, spesso, molto spesso non coincide con la voglia di lentezza dei nostri figli. Una lentezza intesa non in senso negativo, ma al contrario una flemma naturale che richiama la curiosità e la voglia dello scoprire; una lentezza in grado di far osservare quei particolari (essenziali) del nostro vissuto, proprio come descritto dalla poeticità di Ameliè Poulain.

Osservare il mondo con la dovuta calma, non significa indolenza o pigrizia, ma solo una vitale necessità di quiete osservativa, ormai fagocitata dal tempo vissuto dagli adulti.

A raccontare con ironia e delicatezza la collisione tra questi due mondi è “Aspetta” straordinario albo edito da Il Castoro. La storia, narrata fondamentalmente da due parole soltanto (Presto e Aspetta), definisce con ironia e realismo la dinamicità di una mamma sempre di fretta. Tante sono le cose da fare, ma altrettante sono le cose da osservare.

A dare risalto al nuovo volume, oltre al formato orizzontale, sono le illustrazioni in tecniche miste, in grado, con la loro dicotomia artistica, di raccontare i due protagonisti in antitesi con background minimali e talvolta inermi.

Insomma, una tra le migliori uscite di questo periodo narrativo.