Ferdinand. Recensione

"Stai buono qui", dice la mamma prima di immergersi.

Recensione

Nuvolare, sognante e delicato.

Tra le lande desolate e silenziose del Polo Nord è appena nato Ferdinand, uno splendido cucciolo di orso bianco. Mamma orsa, costretta a cercare cibo, decide di lasciar solo il nuovo arrivato per tuffarsi nei freddi mari del nord.

"Stai buono qui", dice la mamma prima di immergersi.

Il tempo scorre e mamma orsa non torna. Così Ferdinand, impaurito e disorientato, decide di allontanarsi da riva alla ricerca della sua mamma. Inizia così a vagabondare sopra un blocco di ghiaccio, ignaro dei reali pericoli. Sarà così che inizierà un’inesplorata realtà, in cui scoprire e crescere, inseguendo quell’autonomia che la vita talvolta richiede.

L'albo, edito da Ventura Edizioni, si sviluppa attorno al tema dell'abbandono e della perdita, senza però dimenticare temi quali il prendersi cura di sé, il coraggio di affrontare la solitudine per conquistare l'autonomia e la serenità.

Luigi Finucci, infatti, partendo da questi vertici narrativi, sembra voler sviluppare uno storytelling rarefatto, nuvolare e gentilmente cadenzato, perfettamente in linea con le splendide e oniriche illustrazioni di Gloria Tundo. Le tavole, dominate da freddi cromatismi, appaiono perfette per la narrazione, pronte ad avvolgere il target di riferimento (e oltre) attraverso una rara delicatezza, qui incastonata tra le parole gentili e a tratti melanconiche di un albo che riesce con delicatezza a trattare tematiche tutt'altro che facili, pur lasciando un finale libero da cui modulare le risposte ai propri interrogativi.

Loris Gualdi