La bambina di ghiaccio

Poetico, visionario e fiabesco.

Recensione

Poetico, visionario e fiabesco.

Mila Pavicevic, avvicinandosi alla struttura classica della fiaba, con “La bambina di ghiaccio e altre fiabe” ci offre un lungo viaggio surreale che, passando dalle lande del Paese dei Sussurri e dal Paese delle Carte giunge nel piccolo regno in cui vive una dolce bambina di ghiaccio. Un viaggio narrato da tredici fiabe poetiche e surreali, in cui la dicotomia possibile-impossibile sembra riportare alla mente le descrittive ambientazioni de “Le città invisibili”.

L’opera, tradotta per Camelozampa da Elisa Copetti, ci offre una rara magia antica, in cui ironia e melanconia si uniscono nel dare luce a brevi narrazioni piacevolmente lontane dalla contemporaneità. Proprio questo particolare approccio sembra palesarsi come quel motore pronto a trainare il lettore in mondi lontani, popolati da personaggi curiosi e a tratti bislacchi, in grado di rappresentare un universo in cui reale e sovrannaturale si incrociano attraverso un sospirato verismo magico.

A dare completezza al libro sono, infine, le straordinarie chine di Daniela Iride Murgi, impeccabile nel donare risalto a strutturazioni narrative lontane dalle attuali abitudini.